CMC: Trasformazioni nella Glottodidattica

Il dibattito sul ruolo della tecnologia in ambito glotto didattico ha ormai una lunga storia. Quando parliamo di tecnologie per l’apprendimento, possiamo riferirci alla CALL (Computer Aided Language Learning), alla MALL (Mobile aided language learning), o più in generale alla CMC ovvero Computer Mediated Communication.

In questo articolo, ci soffermiamo su un’analisi delle caratteristiche della CMC e delle conseguenze della sua adozione su larga scala nelle organizzazioni globali.

Cos’è la CMC?

Con Computer Mediated Communication ci si riferisce all’interazione tra persone che avviene attraverso l’uso di computer e tecnologie digitali. Questo tipo di comunicazione può includere sia la comunicazione sincrona (in tempo reale) che asincrona (non in tempo reale) e viene utilizzata in vari contesti, tra cui l’educazione (Moodle o Blackboard), il lavoro (Microsoft teams o Zoom) e le relazioni sociali (Facebook, Twitter, Instagram).

La tecnologia digitale infatti , per citare Kranzberg e le sue “Leggi della Tecnologia”,  “non è né buona né cattiva, né è neutrale”.

A questo proposito, il Cambridge Life Competencies Framework offre una struttura completa per l’integrazione delle competenze digitali nell’insegnamento, sottolineando l’importanza di preparare gli studenti a un uso critico, sicuro e responsabile della tecnologia. In questo modo, gli studenti non solo acquisiscono competenze tecniche, ma sviluppano anche una comprensione etica e critica dell’impatto della tecnologia sulla loro vita e sulla società​​​​.

CMC e impatto sulla didattica delle lingue

Le caratteristiche intrinseche della CMC hanno largamente influenzato il modello di apprendimento delle L2.

In primo luogo, la CMC permette una comunicazione interattiva tra i partecipanti, favorendo la collaborazione attraverso strumenti come forum, chat e videoconferenze. Questi canali consentono una partecipazione attiva e dinamica degli studenti, che possono interagire tra loro e con il docente in tempo reale.

Di fatto, l’adozione di strumenti altamente collaborativi per l’erogazione delle sessioni in sincrono, come Microsoft Teams ad esempio, promuovono un ambiente di apprendimento orizzontale, dove viene lasciato largo spazio all’elaborazione creativa e al pensiero critico e dove lo studente è il vero protagonista del processo di apprendimento.

Il ruolo del docente diventa invece quello di facilitatore, lontano anni luce dalla pratica strutturalista in vigore fino agli anni 60 in cui l’apprendimento si concentrava sull’analisi delle strutture linguistiche e il discente  imparava le regole grammaticali in modo sistematico tramite pattern drills e riconoscimento/produzione di regole grammaticali.

La CMC è invece più vicina al costruttivismo degli anni 80, secondo cui l’apprendimento di una L2 avviene attraverso l’esperienza personale e l’interazione sociale, in cui lo studente apprende la lingua grazie all’esplorazione e alla sperimentazione (Discovery Learning).

La CMC, inoltre, consente l’accesso a risorse autentiche (articoli, newletter, podcast, forum) e una maggiore accessibilità delle stesse che divengono disponibili senza limiti di tempo e di spazio.

La CMC, infatti, offre un accesso semplice e flessibile alle risorse didattiche e alle attività educative, permettendo agli studenti di apprendere in qualsiasi momento e luogo. Questo è particolarmente utile per gli studenti che necessitano di un apprendimento personalizzato e costruito su misura. In merito alla personalizzazione, le tecnologie CMC supportano una varietà di canali di comunicazione (testo, audio, video), venendo incontro alle diverse modalità di apprendimento degli studenti. Questo approccio migliora il coinvolgimento e la comprensione dei contenuti poiché, come dice Balboni (2012), lo stile di apprendimento può variare ampiamente da individuo a individuo: Induttivo; Collaborativo; Apprendimento Visivo; Esperienziale e Multimodale, Autonomo e Autoriflessivo, Formale o Informale.

In particolar modo per le nuove generazioni, la CMC è in armonia con la caratteristica agentività che contraddistingue la modalità di apprendimento di gran parte della popolazione entrata di recente nel mondo del lavoro.

L’agentività implica una partecipazione attiva nel processo di apprendimento e la capacità di prendere decisioni consapevoli sulla propria formazione, come la scelta delle strategie di studio, la definizione degli obiettivi di apprendimento e la riflessione sui propri progressi.

Inoltre, grazie alla natura stessa dell’ambiente virtuale, la CMC aiuta ad abbassare il filtro affettivo, creando un ambiente di apprendimento protetto che stimola anche gli apprendenti più introversi e restii a offrire la propria partecipazione alle attività interattive.

Proprio per incentivare la riflessione e il dibattito su questo temi e stimolare l’apprendimento tra pari, a partire da Settembre 2024 daremo il via a una serie di incontri di formazione Yellow Hub Academy, che verteranno ad esempio sull’integrazione delle Cambridge Lifelong Learning Skills nella didattica, sull’uso dei documenti collaborativi in aula,  sull’uso didattico di video e smartphone.

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